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«Nature» attacca la Montalcini

di Armando Massarenti

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31 gennaio 2010

L'Italia della ricerca, per opera della sua più prestigiosa e amata rappresentante, il premio Nobel Rita Levi Montalcini, 101 anni, si sta «autoinfliggendo» un pesante «danno». Così dice, senza mezzi termini, il titolo di un editoriale dell'ultimo numero di «Nature». L'Ebri (European Brain Research Institute), l'istituto fondato nel 2002 e presieduto dalla biologa italiana, intende azzerare, per suo volere, il proprio consiglio di amministrazione e quindi portarlo al commissariamento. Si rischia così di distruggere, «con un'azione autocratica», osserva «Nature», quello che doveva essere «un centro di eccellenza per la ricerca sul cervello», e «un'occasione unica per creare in Italia un'istituzione di levatura veramente internazionale». Del comitato scientifico avevano accettato di far parte alcuni dei migliori ricercatori in questo campo, tra cui tre premi Nobel.

Sono proprio i membri più autorevoli del cda a essere irritati dalla «procedura unilaterale», contraria agli stessi regolamenti dell'Ebri, seguita da Rita Levi Montalcini a partire dal novembre scorso. A parere della scienziata, i membri stranieri non potevano seguire importanti discussioni e capire i documenti in italiano: «Ma le istituzioni scientifiche internazionali di norma conducono i loro incontri di alto livello in inglese, la lingua internazionale della scienza, e traducono i documenti ogni qualvolta ciò è necessario». Non solo. Rita Levi Montalcini avrebbe anche tacciato di «inattendibilità» alcuni di loro, offendendo i più «attivi ed entusiasti studiosi che hanno spesso dovuto alzarsi all'alba per partecipare a riunioni indette con scarsissimo preavviso». È vero che l'anno scorso Luigi Amadio, il direttore della Fondazione Santa Lucia che ospita gratuitamente l'Ebri in un suo edificio, aveva minacciato tagli alle utenze per troppe bollette non pagate, ma gli altri amministratori non ne hanno colpa.

Se Rita Levi Montalcini proseguirà nella sua azione, come pare intenzionata a fare, la disponibilità degli stranieri sembra destinata a crollare. I membri del comitato scientifico, offesi da questo comportamento, stanno discutendo se dimettersi. «La fine dell'Ebri sarebbe una grande delusione per i giovani più talentuosi che vi lavorano, uno dei quali ha appena ottenuto un importante finanziamento europeo. E per l'Italia, la cui già scricchiolante immagine scientifica subirebbe un ulteriore colpo. Ma sarebbe una tragedia per una ricercatrice così amata e rispettata qual è la Montalcini, che tanto ha fatto per la scienza nella sua lunga vita, e che ora mette a repentaglio il sostegno dei grandi neuroscienziati che l'avevano aiutata». Resta un'unica speranza, conclude «Nature»: che il prefetto di Roma non accetti le sue argomentazioni. L'invito è a incontrarsi in maniera formale e aperta con gli amministratori e ascoltarne i consigli «piuttosto che agire d'impulso come sta facendo ora».

31 gennaio 2010
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